Il Napoli di Benitez muove per la seconda volta in poche settimane verso lo Stadio Olimpico di Roma. Ad attenderlo la Lazio guidata da Vladimir Petkovic, allenatore che ha trovato in Italia un palcoscenico importante, al punto di essere tra i papabili per il ruolo di Commissario Tecnico della nazionale svizzera. Scopriamo insieme la storia e le caratteristiche del mister dei biancocelesti, formatosi tra la natia Bosnia e la terra elvetica.
Petkovic calciatore
Nato a Sarajevo nel 1963, il giovane Petkovic è un centrocampista centrale dotato di buone capacità tecniche ed una certa propensione al gol. Esordisce nel Sarajevo, dopo aver completato la trafila con le giovanili, nel 1981. Nella sua città giocherà anche al momento dell'abbandono della propria nazione nel 1987, dopo un paio di parentesi in forza al Rudar Prijedor e nella formazione slovena del Koper. I successivi dieci anni della vita e della carriera di Petkovic da calciatore trascorrono in Svizzera: approda al Chur, squadra di seconda divisione, senza farsi notare. Viene poi ingaggiato dal Sion in prima divisione ma raccoglie solo sei presenze. Torna allora nella serie inferiore: nelle stagioni successive trascorse al Martigny Sports (89-90), al Chur (90-93), al Bellinzona (93-96) e al Locarno (96-97), trova la sua dimensione e gioca con regolarità, segnando anche parecchie marcature. Appende le scarpette al chiodo con 275 partite ufficiali disputate e 52 gol realizzati.
L'esperienza maturata nei cantoni e gli anni passati nella Confederazione Elvetica gli valgono il passaporto svizzero, l'acquisizione di importanti competenze linguistiche e la base necessaria per cominciare la sua vita da allenatore.
Petkovic allenatore – storia e carriera
Petkovic parte dalla panchina del Bellinzona nella stagione 1997-98. Nei successivi quattro anni guida il Malcantone Agno, piccola squadra di una località del Canton Ticino vicina a Lugano.
Nel 2004 questa società si fonde con l'FC Lugano, in modo da consentire a quest'ultima di ripartire dalla seconda divisione in seguito al fallimento. Petkovic è alla guida del Lugano, quindi, nell'annata 2004/2005, forte della conferma del presidente Morotti, passato dalla poltrona di presidenza dell'Agno a quella della più quotata formazione bianconera.
Dopo un solo anno, però, Petkovic ritorna al Bellinzona. Nel 2007-2008 la squadra granata riconquista la massima serie col bosniaco in panchina dopo quasi vent'anni: risulterà decisivo il playoff vinto per 5-2 contro il San Gallo.
L'exploit col Bellinzona gli vale l'ingaggio da parte dello Young Boys Bern, storica ed ambiziosa società della capitale svizzera, che lo chiama a sostituire alla sesta giornata del campionato 2008-2009 l'esonerato Andermatt. Al culmine della terza stagione sulla panchina dei gialloneri, dopo una cavalcata che ha riportato lo Young Boys tra le formazioni svizzere visibili anche in campo europeo, Petkovic viene esonerato prima dell'ultima partita del campionato 2010-2011, dopo la sconfitta nella partita che di fatto consegna il titolo al Basilea. Il tecnico chiude l'esperienza nella capitale col lusinghiero score di 78 vittorie, 22 pareggi e 31 sconfitte in totale.
Seguono a questa esperienza due parentesi: una sfortunata sulla panchina del Samsunspor in Turchia dove non sembra ambientarsi e l'altra, brevissima, alla guida del Sion. La squadra elvetica sconta 36 punti di penalizzazione in campionato per illeciti commessi in Europa League: Petkovic viene chiamato in pratica per disputare lo spareggio salvezza contro l'Aarau. Il Sion vince e Petkovic compie una piccola impresa.
Nell'estate del 2012 la Lazio è senza una guida, abbandonata dal condottiero Reja che per qualche anno l'aveva tenuta ad alto livello. La dirigenza biancoceleste decide di dare fiducia alla scelta del DS Tare che pesca un Petkovic fino a quel momento sconosciuto nel bel paese.
La scelta, da tutti definita oltre il limite dell'azzardo, per adesso sembra aver portato discreti frutti: un settimo posto in campionato e la vittoria della Coppa Italia contro l'odiata Roma proprio all'Olimpico con relativa qualificazione all'Europa League di quest'anno.
Petkovic allenatore – approccio, tattica, gestione della rosa
Nella stagione affrontata da Petkovic nel campionato italiano si è capito che il tecnico slavo è un amante del gioco offensivo ma, allo stesso tempo, pragmatico.
I suoi schemi sono caratterizzati da una prima punta decisamente prolifica, e l'assenza di Klose sta influendo molto in tal senso nel corso della stagione. A questa si accompagna un folto gruppo di centrocampisti offensivi capaci di inserirsi e di sfruttare il gioco creato a partire dalle loro spalle.
Nelle partite bloccate, poi, è importante che ci sia qualche giocatore di talento capace di sbloccare il match, in modo che gli avversari si scoprano per sfruttarne gli spazi.
La difesa è sistematicamente a quattro, con un approccio sulla zona e sulle diagonali di chiaro stampo europeo. Chiave centrale nella zona nevralgica del campo è, poi, la capacità di Hernanes di giocare allo stesso livello sia da trequartista che da componente della coppia bassa quando i mediani schierati dal mister sono due.
La rosa della Lazio è abbastanza ampia e Petkovic ha dimostrato, soprattutto in Europa League, di saper sfruttare al massimo il turnover e le potenzialità dei calciatori impiegati meno in campionato, in cui la qualificazione alle competizioni europee è sempre obiettivo principale della società.
Alla necessità di alternare i giocatori, poi, si aggiungono infortuni e squalifiche che per le aquile sono abbastanza frequenti.
Per quanto riguarda l'approccio mentale, la Lazio ha sempre dimostrato di essere poco speculativa e di puntare a vincere la maggior parte delle partite. Il fatto che il bosniaco portasse con sé la fama di un gioco di tipo zemaniano è stata smentita dai fatti ma, in effetti, la differenza reti della Lazio è stata di +9 nelle ultime due stagioni, sintomo di una squadra che incassa quasi quanto produce.
Petkovic ha, inoltre, sposato a pieno le scelte societarie di Lotito e della dirigenza, allineando il suo profilo alle politiche societarie per quanto riguarda ingaggi, spese e scelte tecniche.
Questo ha garantito un biennio di tranquillità aldilà dei risultati, buoni, e delle campagne acquisti abbastanza sottotono delle estati scorse.
Insomma, Petkovic ha fatto da scudo a possibili critiche e garantito prestazioni di livello più che discreto per più di due anni: è normale che sorga l'interesse di palcoscenici di livello e che possa sentire il richiamo di 'casa' lanciatogli dalla possibilità di guidare la Svizzera verso gli Europei del 2016.
Petkovic e Benitez
I due allenatori sono all'esordio assoluto l'uno contro l'altro. Nei due precedenti contro il Napoli Petkovic ha raccolto un pareggio in casa e una netta sconfitta al San Paolo.
Curiosamente, l'unico gol segnato dalla sua Lazio al Napoli è a conclusione di un contropiede orchestrato dai biancocelesti lungo tutto il campo, molto simile al gol del 2-0 incassato dagli azzurri al Signal Iduna Park. In entrambi i casi i giocatori partenopei corrono dietro al pallone ignorando completamente la posizione degli avversari. Sarà riuscito Benitez a limare in maniera decisa questa problematica carenza degli azzurri?
Alberto Francesco Sanci – Redazione Napolisoccer.net
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Allenatori tra storia e tattica. Il prossimo avversario del Napoli: Vladimir Petkovic
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